sabato 18 novembre 2006

la Bella Elena (in Love)

La Bella Elena
(in love)



che se solo nulla si fosse smosso
lei sarebbe ancora nei ricordi sfocati
seduta a un tavolino dans l'après midi
a mischiare cointreau e bravo al gusto arancia
tra un oro. e l'altro

e forse nessuno di noi**
avrebbe visto le sue dita tamburellare
sul bustino rosa confetto
per tenere la voce
per paura si perdesse
prima di pronunciare quel suo "si" per.tutta.la.vita

chi l'avrebbe pensato?
si è sposata. l-e-i
(che diceva sarò l'ultima a sposarmi)
si è sposata!
e tra gli invitati
era un ping pong di occhi umidi
ed occhi sorridenti
che smisero, poi, di tremare
a bordo piscina,

con quel tempo per nulla da bagno
tra pizzette e flutes
tra manicaretti e verdure

all'interno attendevano i tavoli
apparecchiati coi nomi di libri
(che alla fine qualcuno
"i tre moschettieri" di Dumas rubò)
e seduti in tondo al Ramada
dissapori di due anni svanirono
-forse perchè mi abbracciò lui per primo-
tra un bianco e un rosso
e uno stupido chiedermi "quanti
sono passati tra le tue cosce in questi anni?"

(lo sai che scherzo! con te posso farlo...
sai... non so... dopo dueannidinulla, non credo sia ancora facile giocare

ma questa, è un'altra storia)


calici di gioia cincinnavano
in sonori "evviva gli sposi"
e unsaid phrases da censura
scritte dietro bigliettini della robur

intanto, laggiù in fondo
the violet brother
le fece una dedica al microfono
e i fiocchetti sui drappeggi
sembravano svolazzare
adornandola come una fatina
al suo passaggio tra amici&parenti








e tempo fa
ci chiedevamo quando saremmo (ri)uscite
ad incontrarci per una cioccolata
e ridere easy in pink
con stupidi chiwawa da soffocare al guinzaglio




(era il 14 ottobre 2006
quando vestivamo entrambe in rosa
e lei era felice. radiosa
e io, sorridevo)
**NOI: ovvero, per chi conosce l'originale del quadro, da sin  a destra...Elisabetta, Ilaria, Gloria, Geko, Claudio, Riccardo
nasi occhi labbra, guance inseriti nel dipinto da Geko




la song: Fidelity-Regina Spektor (grazie a 7!)

giovedì 21 settembre 2006


si destreggiava a tentoni
tra il ricordo dell'amore ormai volato per A
e l'attuale desiderio sessuale per L
diceva agli amici, forse sperando il sentirlo detto ad alta voce riuscisse a convincerlo;
"tutto è passato, non me ne frega un cazzo di lei"
ora a regalargli affetto c'era quest'altra
piena di gioia
comprensiva
matura
passarono l'ennesima notte insieme
prese a baciarla
spogliarla, col suo solito fare impetuoso. tipico del toro
morderla
"tutto è passato, non me ne frega un cazzo"
leccarla
tutto il corpo
scendendo
fin dentro
la sentiva gemere
si sentiva esplodere
lei si scostò
gli si mise sopra
movimenti lenti
le mani graffiavano le cosce di lui
i lunghi capelli gli sfioravano la pancia
chiuse gli occhi
"tutto è passato, non me ne frega un cazzo"
la bocca si aprì d'impulso
emise un A
si morse la lingua affinchè non proseguisse oltre
uscì dall'estasi
il cervello corse 350 km all'ora
pensò alla cazzata che aveva fatto
pensò non bisogna mai chiamarle per nome durante l'amplesso
pensò vorrei essere uno di quelli a cui tagliano la punta della lingua
sperò non l'avesse sentito
deviò il pensiero di lei
si corresse
AMORE FALLO DI NUOVO

per te...
che mi avevi ispirata
tanto tempo fa, nello scriverlo.
per il nostro
essere amici.
perchè qui dentro
)non lo sai(
ma ci sei tu
ma ci sono, un po' anche io.
sì. anche io...
mi ha fatto ridere ciò che mi hai detto stasera: stronzo.
non sapevo continuassi a leggermi
questo lo posto per te
e per quel commento
del 22 maggio
che ho letto solo ora.
ti voglio bene.
ma... già lo sai...

(in sottofondo: Interstate Love Song-Purple * from the  JB black traks list )
≈battito
forse...dovrei imparare a rileggere le cose che scrivo
grazie ;-) per la correzione

venerdì 8 settembre 2006

Era fantastico
crederti
la mia
utopia.
Affascinante
il mio
farti
così
passionale.
A tratti
possessivo.
Soffocante la tua gelosia
dei miei colleghi
dei miei amici.
Estenuante quel
viaggio...
per
raggiungerci a metà strada
in quel venerdì pomeriggio
rubato
al lavoro.
Nuova l'autostrada.
Sfida.
Per
me
che ne sono
sempre
alla
ricerca.
per
me
che quel giorno
ne avevo
bisogno.
Intrigante
il nostro trovarci
come due amanti.
S o b r i a
con jeans
e maglietta
bianca con maniche troppo lunghe.
T u
s.u.p.e.r.a.c.c.e.s.s.o.r.i.a.to.
Con tanto di
amabile barba di tre giorni
che avrei voluto
, e ora lo
sai,
sulla mia
pancia.
Disillusa
in
quaranta minuti.
Senza
alcun calore.
Senza
alcun brivido.
Ma
io
non ho
la
pazienza
di
insegnarti...
surrogato di un
toro meccanico.

(song: livido amniotico-subsonica * thankS to 7S ;-* )
(immagine: http://ilpalo.com)

lunedì 28 agosto 2006

a Jhimmy Boy


A JhimmyBoy
il ragazzo grunge

al quale
magari
un giorno
scriverò una canzone...

Un bambino disse ad un'altro-
Sono fortunato ad averti incontrato
Non mi importa cosa pensi
a meno che non sia su di me
Ora è mio dovere svuotarti completamente
"
ti chiedo solo - fammi entrare.
Il tuo corpo è lì: pacato. Lo vedi?
Si muove d’immobilità
da tempo
Non permetterò
che i vermi ne facciano un letto
su cui strisciare
Ho mani abbastanza grandi
per levarteli tutti
Lasciati toccare
sentirai solo la pelle sottile del mio palmo strusciare
Guardati ora! Vedi? Non sei morto.
E’ solo un’illusione
in cui ti sei ovattato
per non sentire più
il fastidioso nulla.
Ingoierei un pezzo del fungo di Alice
mi farei piccola piccola
E aggrappata al tuo dito
percorrerei la strada per venire dentro di te
Lasciami entrare!
Sono la più forte, lo sai
Sono quella che piange
E  la tua rabbia cercherà di arderti
E quando non sopporterai più
tutto quel caldo
vorrei mi dicessi di nuovo
”se ho caldo… mi spoglio”
E questa volta non riderei
Ti lascerei fare
Ti chiederei di levarti quel trucco da clown
che quella volta
tenne compagnia anche a me
per un’oretta
Ora è mio dovere svuotarti completamente
Un viaggio attraverso un tubo
E terminare nella tua infezione"

Sò che sarebbe una cosa nuova
ma vorrei mi lasciassi entrare
E salirei piano piano
su per le tue cosce
oltrepassando le tue zone più intime
pochi passi
sulla tua pancia piatta: un bel respiro
Dai!
Farà più male a te che a me
Io devo solo prendere fiato
Immergermi nel tuo ombelico
che contrariato si contrarrà
Fammi un po’ di luce
Aiutami
a vedere
quello che nessuno ha mai visto
Spogliati di quelle bende
gialle e macerate
Lascia
i taglietti sanguinare vivi
Soffio io
sul tuo bruciore
E mi manderai affanculo
e mi chiederai “chicazzosei?”
Sono quella che vuole esserci
quando staccarai i sogni dal muro
e ti aiuterò a ridargli colore
lucidandoli di glitter
per poi saltarci dentro.
Perché
io sono come te"

(p.s. le frasi in corsivo sono traduzioni di "Drain You"-Nevermind-Nirvana, la soundtrack)
(special thankS to Anemona...
questa volta... aveva ragione lui!
spero così gli piaccia di più...)

venerdì 4 agosto 2006

Grida

g r i d a


Insegui the blue light.
Il volto corre alla fiamma,come le vetrine sul tardi:
il viaggio che segue non ha parole per caderci ma è la strada che ricordi.
”Njna?”
”Stò imparando a bere le stelline fluorescenti dal cilindro”.
(Una folla di braccia tumefatte mi lancia addosso pesciolini rossi scodinzolanti:
ad ogni dente destina il labbro da risalire come bollicine di freddo).
” Quelle risatine tutt’intorno pungono acute di bimbe con gonnelline di pizzo. Sai che cazzo vuol dire questo? Lo sai che vuol dire?”
Dal foglio il filo prende la campana e segue aghi in schiume di colori.
9 Infila l’avambraccio nel triangolo del muro sul molliccio umido c’e una pallina in cui piove la neve e tourne dans la vie en rose. Dans la vie en rose
10 Rompi la pietra tra le ciglia di porcellana, da flauti inscenano gli angeli la lunga via di scogli rotti che s’arcano a sera.
”Corro molle tra vinili fratturati anni “70 sommersi in fibre arancioni
e sento come le mie anche urlano lambendo questi corridoi di ghisa”.
”Fuori, che succede fuori? Te lo sei mai chiesta? Da sempre solitudine di braccia per andare lontano”.
Sottili labbra carminie, mute cinte da bilancieri… da un lato all’altro, su e giu da un lato all’altro, giu e su
come fosse quasi un grido lasciato tra i pensieri.
Ansimano nanetti di vetro le cui costole all’improvviso spuntano fuori:
oscuro istinto,stupore pallido di volti.
Il soffitto mi schiaccia strisciante al pavimento, tra i suoi gomiti stereo e ginocchia a rana.
Un vecchio ascensore piovasco sbroglia le persiane dai boccioli di legno.
Per l'ordine definito potresti essere morta” mi dicono: bianche spine miagolanti sull'amaro seno.
Per l'ordine definito potresti essere morta” mi dicono.

(scritto da: Ilaria e Matteo)
          (sottofondo: pezzo di Matteo, GRIDA)

martedì 13 giugno 2006



a Francesco: grazie per la canzone. e l'infinita pazienza...
a Matteo: perchè sono "scimmia"...e ti ringrazio per tutto quello che sei

giovedì 25 maggio 2006

La donna senza testa

LA DONNA SENZA TESTA

Accadde che Tania adoperò troppa forza.
E tlack!
Il suo (già)  fragile collo si ruppe.
E il capo, ora viola e biondo, si (di)staccò. Scivolò, sul tappeto rosa del salone.
Profumo di shampoo al cocco ondeggiò nell'aria.
I fastidiosi pensieri ruzzolarono leggeri. Volteggiavano in una palla.
Spoglia dei bei ricordi.Di quelli tristi.
Svestita degli uomini che, talvolta –ancora-, facevano capolino. E quelli che da dieci anni non vedeva  più.
Candida di inutili pianti. Di risate svampite.
Scarna di donne mai avute. Delle occasioni buttate.
Immacolata  di appuntamenti dal dentista. Scadenze sul lavoro.
Nuda del giorno del suo compleanno. Natale e Pasqua. E la sua refrattaria memoria.

La rottura era netta.
un “tlack!” deciso. Di avambracci esperti nel lisciare capelli. Nolenti nel giorno dello shopping.

La donna poggiò le sottili mani ai bordi della seggiola. Si alzò.
Sottrasse la borsetta al ripiano della specchiera. L’affiancò alla clavicola destra.
Sorridente di una bocca strusciata a metà sul pavimento, si incamminò.
Gli occhi spalancati sul tappeto osservavano curiosi. Vedeva il tutto in modo diverso da quella nuova prospettiva.

Lei non sapeva. Non li vedeva. Ignorava il loro aggrottare di ciglia dubbiose
“eh gia…questi giapponesi! Guarda che t’inventano” sussurravano credendola finta. Quelle betoniche pettegole avrebbero potuto altresì urlare.
Lei priva di orecchie non sentiva. Loro erano diventate lei: in quei sogni in cui spalancava la bocca e gridava, senza emettere suoni.
La donna senza testa O R A procedeva sicura. Filava diritta, su quella fune che per anni l’aveva tradita.

Possedeva quell’equilibrio mai avuto. Era una piuma a galleggiare nel cielo.

(immagine: www.ilfotoromanzo.it/donna_senza_testa.jpg )
(immagine nel link: http://digilander.libero.it/manuelhood/donna2000/robot2.jpg)

domenica 19 marzo 2006

ora come ora

 


ora come ora
barcollo cieca nel denso bianco della nebbia
ora come ora
mi appiglio stretta ai fili di una ragnatela traballante
ora come ora
brillo del mio essere bionda. E del chilo in più che sento stringere le tasche dei jeans
ora come ora
sono travestita da donna
innamorata*
ora come ora
molleggio astratta nelle calde notti
ora come ora
mi faccio mosca da sola
(tic tac TIC TAC tic tac
il mio personale count down è partito)

ora come ora
sono pronta a farmi sezionare.

E tu...sei l'unico che può farlo...

domenica 26 febbraio 2006




Era una delle prime sere d’estate. Qualcuno già sentiva l’aria leggera dei giorni di ferie.Eravamo in pochi intimi sotto la pergola di casa Rossi: io, Gloria, Lele, Flavia, Benny, Ale, Gibbo, Gigi.
Il lato corto del tavolo dava sulla parete della piccola cucina. Quest’ultima aveva una porta che la separava dalla sala, mentre l’altra , a vetri, era diretta verso le scale esterne che profilavano tutto un lato della casa: quattro gradini rettangolari, uno quadrato, quattro rettangolari, uno quadrato, fino ad arrivare lassù.
Il lato lungo del tavolo dava le spalle all’immenso salotto. C’era un pianoforte sulla destra, una libreria, foto varie, il tavolo con sedie antiche. Sulla sinistra due maestosi divani di pelle disposti a “L” la tv in diagonale. Era la nostra zona relax
Il tavolo di plastica era pregno di odore di martini bianco, birra, pomodoro, rucola, funghi (provenienti dall’ala est) gorgonzola, cipolle, salsicce (provenienti dall’ala ovest) provenienti dai cartoni di pizza presi, alla fine dell’aperitivo patatine/martini, in fondo alla lunga discesa. In quel ristorantino all’angolo, dove c’era la corpulenta signora coi riccioli rossi.
La tipa non ci lasciava più venir via-disse Lele addentando una fetta
Oh…c’ha due zinne quella-incalzò aprendosi una birra Ale
Dai Ale! Sei a questi livelli?
Vabbe…oh…non è vero? C’avrà una sesta!
Si è lamentata perché non andiamo più lì spesso come prima…
See prima…erano dieci anni fa: era l’unica occasione per sbronzarci di birre
Oh…ma poi…l’hai vista come ti guarda quando ti porge la pila di pizze?
Si… (risa) sembra voglia chiederti: “sei sicuro di volere queste o vuoi me?”
O madonna! Pensieri peccaminosi pure sulla sciura
-s’intromise Gloria
Risa da tutto il tavolo.
Dai raga’, che andiamo a vede’ la cassetta dela laurea-disse Flavia
Cassetta? C’era qualcuno che filmava?-mi stupii
Come? Non ti sei accorta? Essennò che ce l’ho a fa’?
dio…no…
Ma che ti cambia? -chiese Benedetta
Ufff…avevo i capelli mossi, non ero truccata un gran chè (col mio solito tono scazzoso)
O mio dio! Che palla che sei Ila
vabbe dai…ma non stavi male…-replicò Gigi
Limoncello per tutti?…poi sul divano-concluse Gibbo
LA REGISTRAZIONE RIGUARDAVA LA DOMENICA PASSATA.
SI FESTEGGIAVANO DUE LAUREE IN ECONOMIA
UN CENTINAIO GLI INVITATI. GLI ATTUALI AMICI DI ENTRAMBI, I COMPAGNI DI UNIVERSITA’ DI LUI. LE COMPAGNE DI CORSO DI LEI. GLI AMICI DI UNA VITA
JA E GLI ALTRI DELLA BAND ERANO ARRIVATI LA MATTINA.
GLORIA AVEVA LASCIATO LE CHIAVI COME DA ACCORDI PRECEDENTI A JA. ERA POI ANDATA CON LELE A FARE L’INFERNALE SPESA PER LA SERA.
AL RITORNO, LELE, IGNARO DELLA SORPRESA AVEVA STRABUZZATO GLI OCCHI DALLA GIOIA. INSIEME AVEVANO MONTATO IN FONDO ALLA TERRAZZA LA BATTERIA E TUTTO IL RESTO PER SUONARE LA SERA. AVREBBERO FATTO UN REVIVAL IN RICORDO DEI TEMPI DEL LICEO IN CUI LELE ERA UN BASSISTA-LATIN LOVER-METALLARO COL CHIODO E I CAPELLI LUNGHI SULLE SPALLE
VERA, BENEDETTA, IO E FLAVIA AVEVAMO APPUNTAMENTO ALLE 16: DOVEVAMO ASCIUGARE LE SEDIE DI PLASTICA DALLA PIOGGIA CADUTA DURANTE LA NOTTE, FARE GLI APERITIVI, DISPORRE LE CANDELE, LE LUCI PRIMA DELL’ARRIVO DEGLI ALTRI ALLE 19.
DAI ILA FACCIAMO I PANINI-PROPOSE VERA
SI…MA CI OCCUPIAMO DI QUELLI COL SALAME E LA COPPA, COSI OGNI TANTO CE NE IMBOSCHIAMO UNO
LA GLORIA GRIGLIA LA VERDURA- CI INFORMO’ LA BENNY
UE DONZELLE-RIDENTE ALE
E VOI? CHE CI FATE?
TESTIAMO L’ACQUA DELLA PISCINA. E MAGARI…FACCIAMO DA CAVIE, MICA CHE AVVELENATE QUALCUNO
FUORI DAI PIEDI
COME VA ILA? UN PO’ CHE NON CI SI VEDE
STO LAVORANDO TANTO. SAI COM’E…GLI ALTRI SONO IN FERIE, MA TUTTO OK...SE NON FOSSE CHE E’ IL PRIMO GIORNO
MAL DI PANCIA?
PER ORA NO:SOLO SCHIENA, POLPACCI, CAVIGLIE COME UN ELEFANTE
PASTIGLIE?
LA CRETINA NON NE HA PRESE…E NESSUNA DI NOI NE HA. HO GIA’ CHIESTO
QUANTE FETTE DICI DI METTERE?
DUE DAI… SONO MINI MIGNON MA DEVONO ESSERE SAPORITI
RICOPRIMMO CON LA CELLOPHANNE QUELLE DUE COSE CHE MAMMAMIRELLA NON VOLEVA DANNEGGIASSIMO.
DOPO AVERLE ACIUGATE CON LO SCOTTEX, DISPONEMMO LE INFINITE SEDIE A FARE DA CONTORNO. LA TERRAZZA ERA ORLATA DI CANDELE
STAVO DISPONENDO L’ULTIMA. GLORIA MI CHIAMO’. ERA SEDUTA SUL GRADINO CHE SEPARAVA LA PICCOLA PERGOLA DALLA TERRAZZA
DIMMI
MI PRESE LE DITA TRA LE SUE MANI. LE SUE LABBRA SORRIDEVANO, MA I SUOI OCCHI AVREBBERO PIANTO. IO E IL LELE NON STIAMO PIU’ INSIEME
DA QUANDO? NON LO SAPEVO GLO - LE AVVICINAI LA TESTA ALLE MIE GAMBE ABBRACCIANDOLA
DA IERI. MA E’ UN PO’ CHE VA AVANTI. NON LO DIRE. NON VOGLIO SI SAPPIA
CHISSA’ COME CAZZO STAI DENTRO…
STO’ MALE. MA QUESTA FESTA ERA PROGRAMMATA DA OLTRE UN MESE PER SABATO. POI DAVE NON POTEVA VENIRE E ABBIAMO DECISO DI FARLA DOMENICA. CAPISCI? COME FACEVAMO AD ANNULLARE TUTTO PER UN CASINO NOSTRO?
PORCA TROIA, DOTTORESSA! E’ LA TUA FESTA! TU DEVI ESSERE FELICE. COSA CAZZO TE NE FREGA DI NOI? DEGLI ALTRI?
MI SENTO DA SCHIFO
LE ALTRE S’ARRANGIANO A FINIRE DI SISTEMARE ANCHE SENZA DI ME. VUOI CHE ANDIAMO DA QUALCHE PARTE A PARLARE?
NO. POI PIANGO
L’ ENNESIMA PORTA SBATTUTA SUL NASO. CHE TI FA MALE COME UN PUGNO SFERZATO DA TYSON. SIAMO AMICHE DA 25 ANNI, MA LEI NON SI APRE. NON CON ME. NON CON GLI ALTRI CHE DICONO “NON TE LA PRENDERE E’ ABITUATA COSI’, E’ CARATTERE”. SI…CARATTERE… A LEI HANNO INCULCATO CHE I SENTIMENTI BRUTTI SI TENGONO DENTRO. CHE DEVI ESSERE SEMPRE QUELLA CHE FELICE. CHE DEVI ESSERE FORTE. CHE NON DEVI CHIEDERE AIUTO. CHE RIDI CON TUTTI. CHE PIANGI NEL LETTO.
APERITIVELLO?-PROPOSE ALE
APERITIVELLO TRA POCHI INTIMI-ASSERI’ LELE, IL PADRONE DI CASA
AI DOTTORI! ALLA GLORIA E AL LELE- DISSE IGNARA FLAVIA
TUTTI ALZAMMO I CALICI, AL DI SOPRA DELLO SGUARDO COMPLICE TRA LEI E ME
POCO PRIMA CHE LA TERRAZZA DIVENISSE UN CARNAIO, GLI ELETTI (CHI IN COSTUME, CHI IN LINGERIE) TURBARONO LE FINORA QUIETE ACQUE DELLA PISCINA
I CRAMPI ALLA PANCIA INIZIARONO A FARSI SENTIRE. LE CAVIGLI LIEVITAVANO. RINGRAZIAVO DIO DI AVER INDOSSATO LE PROVVIDENZIALI CIABATTINE GIALLE CHE MIA SORELLA STILISTA AVEVA DEFINITO MIU-MIU DEI POVERI PER LA STRANA SOMIGLIANZA ESTETICA
PIEGATA SU QUELLA SEDIA, ATTESI USCISSERO, SI ASCIUGASSERO, SI RIVESTISSERO
IL PRIMO FU JA TUTTO OK?
SI, TUTTO OK. NON ME LA SENTIVO DI FARE IL BAGNO
PERCHE’ RIDI?
PERCHE’ CI SIAMO VISTI…MMM… QUANTE? 5? 6 VOLTE IN TUTTA LA VITA? EPPURE TUTTE LE VOLTE MI ABBRACCI CON TALE TENEREZZA…
MI FA PIACERE
EHI, NON AL DI SOTTO DELLA SCHIENA
SENTI: MA IL TIPO DI CAPODANNO?
NESSUN TIPO DI CAPODANNO
E…IO E TE?
IO E TE NISBA. TU SEI UN MUSICISTA GIRAMONDO
E ALLORA?
ALLORA NON POSSO COMPETERE CON LA BABY MODELLA DI NONSODOVE NONSOSEPARLAITALIANO, O LA TIPA DI MTV, O …
VABBE… MA LA LIFEGUARD MI MANCA
VABBE… MA QUESTA E’ SOLO UNA MAGLIETTA ROSSA CON UNA SCRITTA
CI VEDIAMO DOPO?
JA, QUANDO ARRIVANO I TUOI AMICI, MI CHIAMI?
LE BRAVE BIMBE NON FANNO CERTE COSE
NON SONO MOLTO BIMBA. GRAZIE PER IL BRAVA. DON’T MISS ME
CERTO CHE NO
LA TERRAZZA INIZIO’ A ESSERE GREMITA DI VARI GRUPPETTI.
GLORIA SI RIVOLSE A ME DISPERATA SPERO FINISCA IN FRETTA… SPERO TUTTI SI UBRIACHINO E SE NE VADANO AL PIU’ PRESTO
VOGLIO TI DIVERTA…GUARDAMI… DAI SFOTTIMI PER LA MAGLIETTA
(SORRISE) SI…IRONICO TU CHE INDOSSI LA MAGLIA DELLE TETTONE DI BAYWATCH
LA GENTE ARRIVO’ COME A UN CONCERTO. ERA IMPOSSIBILE SALUTARE TUTTI. ALCUNI PASSAVANO DA SOTTO LA PERGOLA. LI’ CERA UN TAVOLO ABBASTANZA PICCOLO, QUADRATO, CON SOPRA VARI TIPI DI ALCOLICI. E L’ACQUA PER ANNA. POTEVANO SCEGLIERE TRA UN ASSORTIMENTO PIUTTOSTO VARIEGATO E COL COCKTAIL, IL PIATTINO ANDAVANO A SEDERSI. ALTRI ASPETTAVANO, CONVINTI QUALCUNO SI SCOMODASSE PER LORO A SERVIRLI E SI ACCOMODAVANO. IN TANTI PICCOLI MAZZETTI. COME QUANDO SEI PICCINA E NON RIESCI A TENERE TUTTE LE CARTE IN MANO. ALLORA FAI I MAZZETTI. I CUORI, I FIORI, …LI METTI SULLA TUA ZONA DI TAVOLO: ALLA FINE CONFLUIRANNO TUTTI PER UN UNICO GIOCO.
C’ERA IL MAZZETTO DEGLI EX COMPONENTI DELLA BAND, C’ERA QUELLO DELL’ALTRA META’ DELLA COMPAGNIA, QUELLO DELLA GENTE MAI VISTA, QUELLO DELLE FIDANZATE PETULANTI “IL MIO *** E’ LA’ A FARE IL BAGNO…VENTOTTO ANNI E FA ANCORA IL BAMBINO…IL LAVORO…MIO PADRE…” BLA BLA BLA BLA BLA BLA PETULANTI CHE FORSE SAREBBE STATO MEGLIO STESSERO A CASINA A FARE LA CALZA.
IL BORDO DELLA TERRAZZA ERA COSTELLATO DI CANDELINE CHE LO RENDEVANO MOLTO CHIC.
MI FECI UN VODKA SOUR. RINFRESCANTE. ANCHE SE LA PIOGGIA SI ERA PORTATA VIA IL CALDO AFOSO.
E ARRIVO’ DAVE CIAO COME STAI?
BENE BENE…SOLO UN PO’ DI MAL DI PANCIA
TI PRESENTO VANNA
UNO SCRICIOLINO DI UN METRO E QUARANTACINQUE MI DIEDE UN BACIO. AVEVA LUNGHI CAPELLI CASTANI, MOSSI. OCCHI GRANDI DIETRO UN PAIO DI OCCHIALI DI GUCCI DALLA MONTATURA NERA.
SE VUOI VADO A PRENDERTI UN AULIN IN VALIGIA-MI CHIESE QUELLA VOCE ANGELICA
GRAZIE SEI LA MIA SALVEZZA
TORNO’ DA ME IN UN ISTANTE
COME MAI LA VALIGIA?
ERAVAMO DA ME IN TOSCANA…
AMO LA TOSCANA: L’ULTIMA VOLTA ERO IN UN CASOLARE IMMERSO NEL VERDE. GRANDI ALBERI INTORNO. LA PISCINA DI FRONTE. SILENZIO ASSOLUTO. CREDEVO DI ESSERE IN PARADISO
LELE SI ALTERNAVA CON ALTRI NEL PROVVEDERE A FAR SI CHE NESSUNO AVESSE CARENZE ETILICHE
GLORIA E FLAVIA FACEVANO LA SPOLA TRA CUCINA E TERRAZZA PER PORTARE ALLA CIURMA I VIVERI
IO ERO TRANQUILLA SUL BORDO DEL TERRAZZO, QUANDO GLORIA CONDUSSE A ME ROBY
(MIODDIO…NO…)
ILA C’E ROBY-POI, ACCOSTATASI AL MIO ORECCHIO-TE LO MOLLO UN PO’ QUI…TANTO VOI DUE…
TANTO…TANTO…TANTO LEI CHENNESA’. CON LUI C’HO PARLATO TRE VOLTE. CI SO USCITA DUE. POI…HO SEMPRE FINTO DI ESSERE TROPPO OCCUPATA E HO DATO FORFAIT AI SUOI APPUNTAMENTI
NON LO SO’…: UNA TROVA UN’ALCHIMIA CON UNO. LO TROVA INTERESSANTE, CI PARLA UN PAIO DI VOLTE E…TRACK! ALLORA E’ FATTA. C’E’ QUALCOSA TRA VOI DUE. STATE BENE INSIEME. LUI E’ MUSICISTA. AUGURI E FIGLI MASCHI. SETTE MAGARI…
ALLORA SIGNORINA? NON CI SIAMO PIU’ SENTITI
TE L’HO DETTO ROBY. SONO CONFUSA. HO UN CASINO NELLA TESTA.
QUELLA SERA SAREMMO POTUTI USCIRE A CENA
QUELLA SERA NON ERA SERATA
BEH…-SI TOCCO’ LA TESTA
[MA NON C’E NIENTE DA STAR LI’ A RAGIONARE…HAI TRENTACINQUE ANNI, NON RIESCI A CAPIRE QUANDO UNA TI E’ SOLO AMICA?]
CHE SI FA?
FACCIAMOCI QUALCOSA CON LA VODKA
QUELLO CHE HAI IN MANO?
SONO DUE DITA…FINITO
MI PIACEVA STARE SEDUTA SUL BORDO DI QUEL TERRAZZO GIGANTE. NON ERA ALTISSIMO. E SE GUARDAVI ATTORNO, OLTRE LE CASE, OLTRE GLI ALBERI, VEDEVI TUTTO IL PAESE
A CHE BRINDIAMO?
A QUEI PICCOLI MOMENTI AZZURRO CIELO CHE CI RENDONO FELICI
CIN! E…DIMMI…
[ORA CHE MI CHIEDE?]
SI DILUNGO’ SUL RAGAZZO DI CUI AVEVAMO PARLATO ALLA FESTA BRASILIANA DA NATALIA. QUELLA IN CUI LA LESBICA MORA DI CENTOSESSANTA CHILI SI ERA INFATUATA DI ME. E MI AVEVA PRESTATO LA SUA BACCHETTA MAGICA CON LA STELLA PER FARLE UNA MAGIA. MI CHIESE DEI MIEI PROGETTI, DEL MIO LAVORO. MI INFORMO’ DEL SUO ATTUALE NON LAVORO. IL SUO AVER ABBANDONATO LA MUSICA, L’APPARTAMENTO A MILANO CON DAVE E JA, LE NOTTI AFFOGATE NELLA VODKA PER TORNARE A CASA DAI SUOI.
ANCHE NELL’ASPETTO ERA CAMBIATO. AVEVA PERSO QUELL’AUREA DI MISTERO DALLA QUALE ERO STATA AFFASCINATA.
COME SEMPRE, INVECE, MI IRRITAVA QUEL SUO ECCESSIVO MUOVERE QUEI GROSSI RAGNI NELL’ARIA A FARE TELE SCOMPOSTE; IL SUO SPARARE A ZERO SU TUTTI (CHE POI, LUI AL MASSIMO CONOSCEVA DIECI PERSONE LI’ DENTRO); IL SUO SEDERSI DI SBIECO CON LE GAMBE INCROCIATE
MA FORSE ERO IO AD ESSERE ECCESSIVAMENTE INSOFFERENTE
SQUILLO’ IL CELLULARE. ARRIVO’ UN MESSAGGIO. STETTI UN PO’ SUL VAGO.. MA CI GIRAVA INTORNO. ALLA FINE ESAUSTA GLI DISSI CIO’ CHE VOLEVA
SI, CI VEDIAMO ANCORA. SIAMO USCITI IERI, MA CHI SE NE FREGA, NO?
NON T’INCAZZARE
ASPETTAMI UN SECONDO
SBOLLI’ LA RABBIA CHE PROVAVO PER LA SUA ESASPERATA CURIOSITA’ NEI MIEI CONFRONTI, ANDANDO DA FRANK
UE’…CIAO
CIAO. LA ELI?
NON STA BENE. CHE BUONI ‘STI PANINI
LI HO FATTI IO. CON LA VERA
LA VERA?
LA RAGAZZA MORA, MAGRA CHE VESTE TUTTA IN TIRO
AHHH
SENTI, TORNO DA ROBY. E’ QUEL TIPO LA’, MORO CON GLI OCCHI GHIACCIO. NON LO CONOSCI. NON CONOSCE QUASI NESSUNO. SALUTAMI PRIMA DI ANDARE A CASA
CLARO
MOLLAI IL CELLULARE LI’ SU UNA CASSA ADIACENTE AL MURO. E TORNAI DA ROBY
TI SEI FATTA UN GIRETTO?
DOVEVO SALUTARE UN AMICO. SCUSA…
VIDI GIGI, IL FRATELLINO DI GIBBO, CON UN COCKTAIL VERDE AZZURRINO TRA LE MANI
COSA C’E DENTRO?
MMM…NON LO SO. ME L’HA FATTO LEO
SAI SE HA RUM O FRUTTA?
NE’ UNO, NE’ L’ALTRO DI SICURO
POSSO?
E COME AL MIO SOLITO, PRIMA CHE L’INTERVISTATO MI DESSE IL SUO CONSENSO, GLI AVEVO SFILATO IL BICCHIERE DALLE MANI.
BUONO! VADO A CHIEDERGLI SE ME NE FA UNO
NO, DAI LASCIA. VADO IO
GIGI TORNO’ POCO DOPO. LEO ERA UN DICIOTTENNE MAGRISSIMO, LA TESTA RASATA FINO A FAR VEDERE LA NUCA. PER OCCHI DUE PICCOLE BIGLIE NERE, SOVRASTATI DA SOPRACCIGLIA TALMENTE FINI DA SEMBRARE QUASI DISEGNATE. UN PO’ DI PIRCING. UNA CATENA AL COLLO. SEMPRE CAPI DI NERO ATTILLATO.
GRAZIE LEO SEI UN TESORO
MA TI PARE? FIGURATI. MI SORRISE
BUONO QUESTO DRINK AZZURRINO – DISSI RIVOLTA A ROBY
E QUELLO CHE HAI TRA LE CAVIGLIE?
E’ QUASI VUOTO. MAI LASCIARE L’ILARIA COL BICCHIERE VUOTO. POTREBBE DIVENTARE PAZZA…
JA MI STAVA VENENDO INCONTRO

Ila!!!!! (voci all’unisono che mi avevano sgamata nel filmato traditore)
sullo schermo c’era un’immagine di me. La band in sottofondo. Le mie mani appoggiate al bordo del balcone su cui ero seduta. La destra teneva un moncherino Le gambe scoperte dalla gonna leggermente stese in avanti. La testa all’indietro, l’ondulata coda di cavallo che sfiorava la schiena. La bocca semiaperta spirava una nuvola sopra la faccia
cazzo sembri in trance! – disse benedetta
macchè trance! sai che non me lo ricordavo? Avevo bevuto un po’…non ricordo nemmeno la band che ha suonato
guardala… tra Ja e Daniele – rise divertito il padrone di casa
chi è Daniele?- chiese la Fla
il biondino, col codino alla lottatore di Sumo. Scrive le canzoni – spiegò Gibbo
oddio Daniele. Mi sa che ero un po’ fusa…Gli ho chiesto se mi scrive una canzone. Figurati…col nome musicale che ho… comunque Fla sei una traditrice
ma ragà! Eccheccazzo. Mo’ che mi ci fate pensà , Tenco, è la spia! Mi aveva chiesto se poteva prenderla. Io ero bbbbrilla
Il televisore trasmetteva ora immagini di Gloria col viso f e l i c e che ballava ubriaca. In una mano aveva la spina multipla che tentava fastidiosa di attaccare da qualche parte non sò dove.
ohhhhhhh –esclamò Benny qualcuno oltre all’Ila non si era accorto della telecamera
Ora sul video c’era Geko che baciava appassionatamente il seno di Anna.
Tenco…non c’aveva proprio un cazzo da fare, eh? –esclamò ridendo Ale
Oh Gloria, al momento dei regali sei stata troppo forte! –replicò il suo bentornato amato
Si. Ila ti ricordi? Ho anche pianto
IL DISCORSO IN REALTA’ NON LO RICORDAVO. SONO STATI LORO A RIMETTERE INSIEMEI LE FRASI EBBRE DETTATE DAL SINCERO AFFETTO VERSO DI NOI.
ERAVAMO DISPOSTI SOTTO LA PERGOLA. ORA SUL TAVOLINO C’ERANO I REGALI. QUALCHE AMICO, TRA CUI IO, ERA ALLE SPALLE. IL RESTO DELL’ACCOZZAGLIA DI INVITATI ERA SUL PRATO, VICINO ALLA PISCINA.
CON TONO CARICO DI GIOIA, COME FOSSE UNA QUALCHE SANTONA BUDDHISTA PRONTA A DISPENDIARE LA PACE NEL MONDO, GLORIA PRESE IL PACCHETTINO IN MANO E INIZIO’:
LESSE IL BIGLIETTO IN ALTA VOCE
CHE STRANO! SENTIRSI CHIAMARE DOTTORESSA!.
POI CI DESCRISSE UNO AD UNO
L’ILARIA ED IO SIAMO AMICHE DA 25 ANNI, ASILO, ELEMENTARI…SEMPRE INSIEME
RIKI E GEKO LI CONOSCO DA 15 ANNI. LA MONTAGNA, LE RISATE
E…MAURO E’ LO STUART. ORA SARA’ IN VIAGGIO DA QUALCHE PARTE
LORO SONO PROPRIO AMICI. AMICI. CARI AMICI. QUESTO E’ DA PARTE DEI MIEI PIU’ CARI AMICI… CHE…BEH…DUE ANNI FA ABBIAMO PASSATO UN MOMENTO DIFFICILE…POI… TUTTO E’ CAMBIATO…ABBIAMO INIZIATO A USCIRE CON VOI…MA LORO…MI HANNO SOPPORTATA ROMPISCATOLE IN TUTTI QUESTI ANNI DI UNIVERSITA’ CHE SEMBRAVANO NON FINIRE MAI.
L’ALCOL LA FACEVA PARLARE IN ECCESSO. DI COSE CHE PROBABILMENTE SENTIVA DAVVERO VERSO DI NOI, MA CHE NON AVREBBE MAI ESTERNATO DAVANTI A COSI’ TANTA GENTE.
APRI’ IL NOSTRO REGALO: ERA UNA COLLANA IN ORO BIANCO CHE GIRAVA DUE VOLTE INTORNO AL COLLO E TERMINAVA CON UN PENDENTE RETTANGOLARE.
SI MISE A PIANGERE (QUESTO LO RICORDO). MI ABBRACCIO’. DIETRO DI LEI C’ERA GEKO. L’ABBRACCIO E CON LA PARTE TERMINALE DEL BRACCIO STRINSE ANCHE ME. ERAVAMO LE FETTE DI UN PANINO. LEI L’HAMBURGER. MANCAVANO PERO’ LA SALSA (MAURO) E IL FORMAGGIO (RIKI)
NEL VIDEO ORA SI SENTIVA IL TRILLO FASTIDIOSO DEL MIO CELLULARE. UN CORO DI VOCI CHE MI CHIAMAVA GRIDANDO.
ma chi era a quell’ora?-chiese curiosa la Benny
ah, si…era Riki. Mi stava dicendo che sarebbe arrivato tardi e che gli spiaceva se avevamo già aperto il regalo. Però il discorso…l’ho rimosso

RICORDO CHE DA QUEL TRILLO DEL CELLULARE, ERO STATA UN BEL PO’ SEDUTA SUL BRACCIOLO DEL DIVANO. SPALLE AL MONDO DEI FESTEGGIAMENTI.
MI ERO PERSA GLI ALTRI REGALI DI GLORIA. QUELLI DEL LELE
POI ERO USCITA PER IL BRINDISI
ai due dottori-aveva gridato qualcuno
ai due fidanzatini-qualcun altro
RICORDO IL BACIO TRA LORO. ORA LEI ERA ALLEGRA. COME TUTTI, CREDO
TUTTI ERANO MEZZI UBRIACHI COME LEI VOLEVA. LEI ERA FELICE COME IO DESIDERAVO
RICORDI UN PO’ VAGHI
PEZZI MANCANTI
ALLA FINE…SI…SOLO UNA FESTA DI LAUREA. DI DUE AMICI PARECCHIO IMPORTANTI


BEH… SO SOLO CHE LA MATTINA DOPO ERA LUNEDI’…E PER LA PRIMA VOLTA ANDAI AL LAVORO DIMENTICANDOMI LA LUNA NEL LETTO.

martedì 14 febbraio 2006

“Ogni tanto ripenso a te.

Non ho dimenticato nulla di noi.

Non posso fare altro che dirti ci sarò sempre

Potrai ogni volta contare su di me

Anche se non ci vedremo

Anche se non faremo più aperitivi

Anche se non compreremo biancheria intima insieme

Io ti voglio bene

Anche se ho un modo strano di dimostrartelo”

Non dovrei ripensare alle tue parole

Non oggi

Non nel tuo giorno

In cui vitrea ti osservo da quest’ultima fila

Queste frasi mi trafiggono il cervello

Come schegge di cristalli

Sembri emozionato, felice, strano

Compagni precari

Intimi confidenti

“balla con me. Sei l’unica che mi vuole bene”

Avevo sorriso. Distolto lo sguardo. Trovato quello di lei

“ci stai bene?” ti avevo chiesto

“è tranquilla”

Staccandoti da me, lei, estranea tutta la sera, ti aveva abbracciato. Mi aveva fissata. L’inizio della rottura

Non credevo saresti mai arrivato a questo punto…

Pensavo fossi della mia stessa idea: “non è nel mio stile il matrimonio”

Riconosco ora tu non hai stile

Ti sei fatto ingoiare dalla massa. Sei di vapore come loro “non mi riconosco più. Non mi piace quello che sono diventato”

E non piace nemmeno a me

Le porgi la tua unica mano

(mancino da un parto sbagliato)

Sei suo. Finché morte non vi separi

Ti guardo per l’ultima volta

Uno sfumato sorriso sul tuo ovale

Non emerge nessuna fossetta sulla tua guancia

E vederti così…mi fa male

Non resterò qui a stringere mani di carta velina

Rinunciatario

Io e il mio vestito rosso ti diciamo addio

(immagine: www.fashionunited.nl/nieuws/valentino.html )

sabato 11 febbraio 2006

"la bellezza salverà il mondo"
(Dostoevskij)

La bellezza del testo di una canzone della Cantantessa che sembra rivelare quella che sei

La bellezza di un quadro che, con lo stesso ascendente di un uomo moro con gli occhi ghiaccio, ti rende pietra davanti a lui

La bellezza di ricevere in regalo da loro un capo del tuo stilista preferito

La bellezza di essere penetrata dagli ingenui occhi della Chicchina che chiedono “prendimi in braccio”

La bellezza di Alessandro che ti stringe, appoggia il mento sulla tua spalla dicendoti “mi sei mancata”

La bellezza dell’essere avvolta dal profumo del caffè che ti rianima e ti incoraggia ad abbandonare la cuccia

La bellezza di passeggiare zizzagando con Riccardo sotto il cielo dell’alba toscana

La bellezza della Benny che dolcemente abbandona l’altra metà del matrimoniale per risvegliarti alle sedici portandoti la colazione

La bellezza della felicità sul volto rugoso di Teresina, perché quella domenica pomeriggio avevate guardato insieme “cuore sacro”

La bellezza del sapore del mare che ti entra sottopelle, si fa spazio nel cervello tagliando fuori le paranoie

La bellezza del tenero Brici acciambellato sui tuoi piedi mentre eri sdraiata sul divano in preda ai deliri della febbre

La bellezza di Federica che ti saluta con un bacio dicendoti recupererete il tempo perduto

La bellezza di emozionarsi, per la prima volta, leggendo il suo romanzo. E chiedersi se…un giorno…sarai brava come Margaret

La bellezza di addormentarsi con la consapevolezza che, magari non domani, magari non dopodomani, ma in momento qualsiasi…la bufera dentro te si placherà. E diventerai come (l)oro

mercoledì 4 gennaio 2006

Vomiterò la tua anima

e sarò nuovamente libera.

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