domenica 28 settembre 2014

Violetta Bellocchio al Premio Chiara

Sabato 27 Settembre, h. 18:00

Io lo ammetto: non avevo mai sentito parlare di Violetta Bellocchio. Ho visto un bigliettino bianco, scritto con la grafia di mia madre, appuntato sul frigo per cinque mesi. Poi l'ho vista citata da un mio contatto fb (che ne sa, di libri) e l'ho richiesto in biblioteca, a Cassano Magnago.
Poi, molto poi (quattro giorni fa) ho scoperto che era al Premio Chiara.

Quando ho iniziato a leggerlo, l'ho trovato molto forte. Piuttosto crudo, estremamente sincero. Non sapevo se avrei avuto il coraggio/ la voglia di arrivare alla fine. Poi è arrivata una parte in cui lei cita Jerry Stahl (autore di "Mezzanotte a vita" - ne ho scritto qui, click! - edito della Leconte, la casa editrice di Roma, che ho visitato nel 2007 - click!) mi sono detta "Che figa che è questa!" e sono andata avanti a leggerla.
Libri come il suo, e come quello di Jerry Stahl, mi coinvolgono troppo. Non so assolutamente cosa loro abbiano provato, come ci si senta "se". E' come se "mi facessero male". Devo leggerli poco per volta.
Sabato la ragazza coi capelli lunghi, volontaria de "Il Premio Chiara" mi ha detto potevo sedermi in prima fila. Mia mamma, che mi ha accompagnata (se no, da sola, con la carrozzina non ce l'avrei fatta!) è rimasta in seconda fila. Accanto a me, due posti più in là, c'era una ragazza pittosto esile, tatuatissima, con un bel viso, che ho scoperto poi essere Francesca, la traduttrice di Violetta.
Io non ero agitata. Peggio.
Volevo capire com'era, che tono di voce avesse, la ragazza che aveva scritto "Il corpo non dimentica".
E poi, seguita dall'organizzatrice Bambi Lazzati, Violetta è arrivata, mi è passata accanto.
Bella ragazza! Capelli mossi, colpi di sole. Non credete a quello che scrive nel suo libro: non è per niente brutta.
La voce calda, i modi tranquilli. Si è stupita della bellezza della location che la ospitava. Ci ha chiamati "pubblico educato" e ci ha ringraziati per essere nella sala con lei, mentre in quella accanto si teneva un buffet, offerto da un pittore.
Divertente, easy, non se la tira per niente. So che ha scritto per diverse riviste. Ha scritto anche vari racconti e un romanzo nel 2009.
Michele Mancino, giornalista di Varesenews, le ha chiesto tutto quello che avrei voluto chiederle io. Per esempio dell'escamotage delle ventotto parole (era l'unico modo che Violetta aveva non mettere sulla stessa linea i ricordi che aveva), oppure la nonna Lou (quella che preveggeva chi sarebbe morto il giorno dopo), o sulla stramberia della psicanalista Meredith (che non si chiama Meredith e che è stata un bel po' modificata, per non essere riconoscibile).
Violetta ha detto che sapeva di essere una privilegiata. Che quando si è messa a scrivere il suo memorial, sapeva che avrebbe avuto un editore che voleva la sua storia.
Ha asserito che il suo non è un libro sull'alcolismo e lei non è in grado di tenere lezioni ad altre donne, che abbiano fatto il suo percorso.
(però, nel caso, nomi di strutture li aveva Bambi Lazzati).
Per "obbligarsi" a scrivere ha seguito il metodo statunitense (che però non ricordo come si chiami... No.Na. boh!) e la revisione è stata quasi assente.
Credo occorra un gran bel coraggio! per mettersi a nudo, come ha fatto lei.
E, stamattina, ho realizzato che avrei potuto chiederle "qual è la cosa che più ti ha imbarazzato scrivere, tra quelle che hai scritto?".
Cosa le abbia dato la spinta a scrivere? L'essersi accorta, al risveglio, di aver lasciato la porta di casa aperta.

Uscendo, i volontari del Premio Chiara, mi hanno ulteriormente rasserenata: sabato prossimo mi daranno una mano loro a tirar giù la carrozzina dall'auto.
Potrò quindi andare anche al seminario di scrittura. Serena.


Due curiosità:
* Il titolo del libro (all'apparenza sbavato) è stato scritto con un rossetto rosso - chi mi conosce, sa quanto io ami i rossetti rossi;
* "Il corpo non dimentica" è anche il titolo di un Harmony (wow...)


(Ah! io, comunque, la mia copia del libro l'ho acquistata. Ma, per comodità, su IBS. Quindi Violetta mi ha autografato la copia della Biblioteca. Lunedì o martedì restituirò un libro nuovo.
Non sono una ladra :)))


1 commento:

indian ha detto...

Penso spesso al mistero della scelta di un libro da leggere... leggo abbastanza e il mistero si ripete periodicamente. Adesso poi mi sono messo a leggere tre libri per volta: uno a letto, uno al cexo, uno che entra a gamba tesa... Se ne potrebbe mettere anche uno in cucina e in macchina (sconsiglio di leggerlo mentre si guida). Magari incontrerò anch'io Violetta, ma aspetto anche il libro di Ilaria... Ciao!