sabato 8 ottobre 2016

Buongiorno un cazzo

(FOTO: MUGGS di CHIARALASCURA click! - - -> http://chiaralascura.com/it/ )


Oggi è meglio che me ne stia chiusa in casa. Che io non veda, non senta nessuno. Se qualcuno mi dicesse "Buongiorno!" rischierebbe di avere come risposta quella della tazza.
Non riesco a scrivere: da tanto, non so da quanto. Sono arenata nell'attesa di giudizi da editori per la mia raccolta di racconti, in attesa che un editore mi dia le dritte per una raccolta poetica - che poi invierò ad altri editori - e mi sento un'emerita cogliona, incapace, per il riscontro avuto questa mattina da un editore, sul mio romanzo - ancora quello "TUNNEL" che ho in ballo da anni. Millenni.
Dopo che questo editore mi aveva dato un feed back positivo, ero entusiasta. Abbiamo lavorato insieme quattro ore. Poi io da sola nei mesi di agosto e settembre (ho riscritto tutto il romanzo nei week end. Ho eliminato circa 100 pagine. Mi sono sentita soddisfatta, una gran figa per esserci riuscita). E poi stamattina altre due ore di lavoro, alla fine delle quali mi sono sentita un'incapace.
Non sono una scrittrice. Non sono nessuno. Sono una che, a volte, scrive. Che ha dei momenti "più creativi" e dei momenti in cui si sente una nullità.
Non so se sia così per tutti. 
E' che la scrittura di un romanzo ti prende davvero tante energie. Energie che io, forse, ora non ho più.
E' sempre stato amore / odio con questo testo. Fin dai tempi del corso di scrittura creativa. C'erano giorni in cui, come oggi, volevo mandare affanculo tutto e darmi alle ricette di cucina.
Ho iniziato a scrivere perchè mi svuotava. Mi faceva piangere, ma poi mi sentivo meglio.
Oggi no. Non è colpa dell'editore: è colpa mia. Ma oggi aver riletto / rivisto con lui una parte del romanzo, ha fatto riaffiorare le mie insicurezze di anni fa.
Per me, scrivere, non è mai stato divertente. E' sempre stato un sopperire a un bisogno.
Il fatto di essere ora arenata, di non avere idee nuove e di non riuscire a definire idee vecchie... è piuttosto frustrante.
Mi chiedo dove sia finito tutto. Mi chiedo perchè io abbia questi umori così altalenanti. Mi chiedo perchè io debba stare così male. E se ne valga la pena.
O molli, una volta per tutte.

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