mercoledì 5 giugno 2013

Piluccando nelle "Vene Vorticose" di Cinzia Sposato

5 giugno 2013 alle ore 20.53
 Ho iniziato a leggere “ Le Vene Vorticose” ieri; non conoscevo i racconti né la maggior parte delle autrici, che di volta in volta si aggregano sui progetti; in questo caso era stato bandito un concorso letterario a tema, e i racconti migliori, poi confluiti nell’antologia, sono stati selezionati dalla curatrici Costanza Bondi e Viviana Picchiarelli.
Pilucco qua e là in base ai titoli che mi incuriosiscono, ma rileggo più volte “Il giorno in cui divenni  Cleopatra.”
Non sapevo niente di Lila Ria, l’autrice, scopro che ha una malattia, le procura dolori agli arti inferiori e le impedisce di camminare senza il sostegno di un braccio amico.
Il racconto è chiaramente autobiografico: la protagonista soffre della stessa malattia, svelata attraverso il disagio  procurato da una giornata al mare. Un amico la trascina sulla sabbia senza spostarla dal lettino, che diventa, nell’immaginazione di Violet, una lettiga di fattura egizia,  dove lei,  comodamente deposta, sente l’allure statica della bellissima Cleopatra, nonostante gli sguardi dei bagnanti, il loro straniamento di fronte alla sua diversità.
La narrazione procede svelando sprazzi assolati di questa vacanza al mare,  una dirompente  gioia di vivere pervade le descrizioni,  frustrata, ma non erosa, dalla disabilità, che impedisce alla protagonista di goderne appieno.
La scrittura assume screziature poetiche, mantenendo l’ironia dolente di chi suo malgrado ha imparato a fare i conti con i limiti e le meschinità del genere umano.
 La trama fluisce con naturalezza, consentendo il superamento della dimensione strettamente autobiografica. Scopro dal curriculum di Lila che ha vinto diversi premi letterari nella sezione poesia: non me ne stupisco.
La scrittura, per come la vedo io, è viscere e tecnica, la seconda serve a modulare gli smottamenti interiori, evitando che la narrazione rimanga ad un livello di sfogo adolescenziale di matrice acneica, conferendole, invece, una dimensione universale, che consenta l’identificazione a un lettore terzo. Questa autrice pare percorrere la strada della pervicacia, dello studio,della fatica, piuttosto che quella della ribalta facile, la stessa sulla quale marcio anch’ io da anni, nonostante  i percorsi sterrati, gli inciampi, le  rotture d’ossa.
E  senza mai fare l’autostop... Grazie Lila.


(scritto tra le note, sulla sua pagina fb, da Cinzia Sposato, redattrice presso mangialibri http://www.mangialibri.com/ )


Questi i commenti che copio/incollo dalla sua pagina fb



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